La chiesa Maria SS.ma Assunta, costruita in periodo normanno, fu edificata nel 1184 per volontà dell’arcivescovo di Palermo Gualtiero Offamilio, e oggi si presenta come il risultato di notevoli trasformazioni subite nel trecento, nel quattrocento e nel tardo settecento.
Costruita in grossi conci di tufo calcareo si erge in una massa poderosa estesa longitudinalmente a partire dal suo fronte principale in via Matteo Bonello, caratterizzato come le altre costruzione religiose dell’epoca dal fronte rinserrato tra la mole di due torri laterali, con ordini alternati a bifore e colonnine. La parte centrale del prospetto termina ad archetti ciechi a tutto sesto conclusi da un profilo merlato rettilineo su arcate multiple. Due grossi arconi collegano il volume della chiesa alla poderosa torre campanaria di poco traslata dall’asse longitudinale della chiesa stessa.
Dalla facciata è visibile l’andamento planimetrico della chiesa costituito da tre navate di cui la centrale con altezza maggiore delle laterali, ha il portale centrale esterno risalente alla prima metà del ‘300, sormontato da un bifora. Il fronte settentrionale con portale tardo settecentesco. Il fronte a sud si apre su un largo piano recintato nel 1761 da alta balaustrata con acroteri e statue di santi risalenti al 1655-1673 e anticipa la movimentata parete longitudinale con ampio portico ad archi a sesto acuto incastonato tra due pseudopiloni d’anta a tre ordini di coppie di monofore cieche archiacute girate agli angoli, di gusto gotico-catalano così come il timpano risalente al secolo XV. Le cupolette con embrici policromi delle cappellette nelle navate laterali mediano il rapporto con l’alta parete della navata centrale ricca di motivi decorativi a tarsia in pietra lavica, della parete della navata centrale insieme all’abside ad est, parti dell’impianto originario.
L’interno della chiesa a tre navate con transetto e cupola è il frutto dello stravolgimento di un modulo stilistico, di matrice neoclassica, apportato tra il 1781 e il 1801 da Ferdinando Fuga. I pilastri dividenti le navate portano incastonate nelle facce interne delle arcate quattro colonne in granito provenienti dallo smonto dell’assetto precedente (1781) mentre sulla navata centrale statue marmoree di Santi provenienti dallo smonto di un retablo marmoreo (tribuna) che esisteva fin dal cinquecento in fondo all’abside e che si elevava fino al catino. L’opera, completamente smembrata, è stata situata in varie zone della chiesa e con varie destinazioni, entro nicchie le statue, i “ teatrini” come paliotti d’altare o bassorilievi decorativi purtroppo smembrando uno dei più significativi dossali marmorei con valenza altamente teologica. Nello stesso periodo si abbatte la copertura di foggia normanna per sostituirla con una nuova a botte sulla navata principale e a cupole lungo le navate laterali a segnare in alto lo spazio quadrato della cappella data ad ogni altare laterale. L’interno dorato della pietra si tinge di intonaco bianco e di stucchi contornando l’abside con altare di F. Pinistri (1794).
Nel rispetto della riforma liturgica dettata dal Concilio Vaticano II, dal 13 Novembre 2004, al di sotto della cupola è stato collocato, su progetto dell’arch. salesiano don V. Gorgone, altare in marmo. e avanzato nella navata, separato dall’area celebrativa, il luogo della parola, in marmo rosa. Terminale degli stalli del coro preesistente la cattedra lignea in stile gotico. La cappella battesimale con al centro il fonte è situata in prossimità dell’ingresso principale.
(astract Beweb – Beni Ecclesiastici in web)
Di seguito le nostre foto
Esterno
La Cattedrale vista dal vicino Museo Diocesano
Sul portale d’ingresso il mosaico della Madre di Dio
Interno
L’interno, che ha subito profonde trasformazioni tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, è a croce latina con tre navate divise da pilastri con 4 colonne incastonate provenienti dalla antica costruzione, con statue di santi.
Nel 1215 Federico II fece trasportare due sarcofagi da Cefalù alla cattedrale di Palermo destinandoli a sé e al padre Enrico VI. Il sarcofago di Federico II è sormontato da un baldacchino con colonne in porfido e l’urna è sorretta da due coppie di leoni; insieme a quelli di Federico II sono stati conservati anche i resti di Pietro II di Sicilia. Le altre tombe sono quelle di Costanza d’Aragona, sorella del re d’Aragona e moglie di Federico II, di Guglielmo, duca d’Atene figlio di Federico III di Sicilia, e dell’imperatrice Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II e madre di Federico II. Tra le altre tombe presenti nella cattedrale quella di Alberto di Borbone di Napoli e Sicilia figlio di Ferdinando IV di Napoli e Maria Carolina d’Austria.
Sul pavimento della navata centrale fu realizzata, durante i rifacimenti moderni, una meridiana in marmo con tarsie colorate che rappresentano le costellazioni per opera di Giuseppe Piazzi, astronomo e scopritore del supposto pianeta Cerere, e fu qui collocata nell’anno 1801.
Navata centrale
Presbiterio, altare maggiore
Affresco nel catino dell’abside, dove sono rappresentati Roberto il Guiscardo e il conte Ruggero
Nel presbiterio si dispone il bellissimo coro ligneo tardo-quattrocentesco in stile gotico-catalano e il trono episcopale, ricomposto in parte con frammenti d’antichi mosaici del XII secolo.
Controfacciata
Cappella del Santissimo Crocifisso
Altare di Maria SS. Assunta
La grande tela che sovrasta l’altare e raffigura la Madonna Assunta è opera di Giuseppe Velasco, abile pittore palermitano.
Cappella del Santissimo Sacramento, manufatto in lapislazzuli opera di Cosimo Fanzago
Cappella di Santa Rosalia – Urna argentea reliquiaria di Santa Rosalia nell’absidiola destra della Cattedrale di Palermo
Acquasantiera in stile rinascimentale di Domenico Gagini. Nella conchiglia due bassorilievi illustrano la Benedizione del Fonte Battesimale e il Battesimo di Gesù. Sul cupolino è raffigurato l’Angelo dell’Annunciazione.
Acquasantiera a baldacchino in stile rinascimentale simile a quella opposta di Domenico Gagini, opera nata dalla collaborazione di Giuseppe Spatafora e Antonino Ferraro del 1553 con buoni esiti di originalità stilistica. La conchiglia è ornata da due rilievi con Mosé che fa sgorgare acqua dalla roccia e Gesù che guarisce il paralitico. Sul cupolino è raffigurata la Vergine Maria.
Cappella del Battistero
Nell’ambiente trova collocazione il fonte battesimale ottagonale realizzato da Gaetano e Filippo Pennino nel 1801. Fra due scenografiche rampe con balconate si erge il manufatto marmoreo, allegoria del peccato originale con la rappresentazione dell’albero di melo o della conoscenza, infestato dal serpente che tenta e corrompe Adamo ed Eva raffigurati accovacciati in basso, disperati e prostrati per la colpa. Su ogni lato della vasca sono presenti bassorilievi riproducenti episodi biblici legati al sacramento del Battesimo. Sulla parete di fondo il dipinto Battesimo di Gesù, opera di Giuseppe Crestadoro.
Cappella di S. Antonino da Padova
La tela sull’altare, che raffigura Sant’Antonino da Padova e Sant’Atanasio Chiaramonte, è stata attribuita a Vito D’Anna (1768)
Cappella della Madonna degli Angeli
Le statue della Vergine Assunta e della Madonna dormiente provengono dalla “tribuna dei Gagini”; gli angeli in stucco, a sinistra della statua dell’Assunta, sono un rifacimento del XVIII secolo.
Cappella dell’Immacolata Concezione
La nicchia dell’altare ospita il simulacro argenteo dell’Immacolata Concezione del Settecento. Ai lati due monumenti funerari di arcivescovi di Palermo. Nell’anno 2013 è stata realizzata nella cappella la “provvisoria” sepoltura delle spoglie del beato padre Pino Puglisi, ucciso dalla Mafia nel 1993.
Cappella della Madonna Libera Inferni
Sull’altare è collocata la statua di Maria Vergine, di Francesco Laurana del 1469. Il titolo Libera Inferni è dato alla Madonna nel 1576 dal Pontefice Gregorio XIII concedendo l’indulgenza per le anime del purgatorio.
Cappella di San Francesco di Paola
Sull’altare del 1713 è collocata la statua di S. Francesco di Paola
Cappella dei Ss. Pietro e Agata
Sull’altare è posta una tela in cui sono raffigurati San Pietro e Sant’Agata, realizzata dal pittore palermitano Pietro Martorana (XVIII sec.)
Cappella di S. Cristina
La tela posta sopra l’altare, in cui è raffigurata la glorificazione di S. Cristina, una delle quattro Sante Patrone di Palermo, è stata dipinta dal pittore palermitano Giuseppe Velasco
Cappella delle reliquie
Cappella di Sant’Ignazio
Sopra l’altare il dipinto della “Madonna con il Bambino tra i santi Ignazio di Loyola e Francesco Saverio di Pietro Novelli, il più grande pittore siciliano del Seicento.
Cappella del Beato Pietro Geremia
Sopra l’altare la tela di Antonio Manno (1785) dedicata al Beato.
Didascalie a cura della Cattedrale di Palermo
English translation
The Cathedral of Palermo
The Church of Santa Maria Assunta, built during the Norman period, was constructed in 1184 by the will of the Archbishop of Palermo, Walter of the Mill. Today, it appears as a result of significant transformations undergone in the 14th, 15th, and late 18th centuries. Built with large blocks of limestone tuff, it rises in a powerful mass extending longitudinally from its main front on Via Matteo Bonello, characterized, like other religious buildings of the time, by a façade flanked by two lateral towers with alternating orders of mullioned windows and small columns. The central part of the façade ends in blind round arches topped by a straight crenellated profile on multiple arches. Two large arches connect the volume of the church to the imposing bell tower, slightly shifted from the longitudinal axis of the church itself. From the façade, the church’s floor plan, consisting of three naves with the central one taller than the lateral ones, is visible. The main portal, dating back to the first half of the 14th century, is topped by a mullioned window. The northern front has a late 18th-century portal. The southern front opens onto a large area enclosed in 1761 by a high balustrade with acroteria and statues of saints dating from 1655-1673 and anticipates the dynamic longitudinal wall with a large pointed arch portico framed by two pseudo-pilasters with three orders of paired blind pointed windows at the corners, in the Gothic-Catalan style, like the tympanum dating from the 15th century. The small domes with polychrome shingles of the chapels in the lateral naves mediate the relationship with the high wall of the central nave, rich in decorative inlays of lava stone, of the central nave wall together with the eastern apse, parts of the original structure. The interior of the church, with three naves, a transept, and a dome, is the result of a stylistic transformation, of neoclassical matrix, carried out between 1781 and 1801 by Ferdinando Fuga. The pillars dividing the naves have four granite columns embedded in the internal faces of the arches, coming from the dismantling of the previous layout (1781), while in the central nave there are marble statues of Saints from the dismantling of a marble retable (tribune) that existed since the 16th century at the back of the apse and which rose to the conch. The work, completely dismembered, has been placed in various areas of the church with various destinations, the statues in niches, the “theaters” as altar frontals or decorative bas-reliefs, unfortunately dismembering one of the most significant marble dossals with high theological value. In the same period, the Norman-style roof was demolished to replace it with a new barrel vault on the main nave and domes along the lateral naves, marking the square space of the chapel given to each lateral altar. The interior golden stone is tinged with white plaster and stucco, surrounding the apse with the altar by F. Pinistri (1794). In compliance with the liturgical reform dictated by the Second Vatican Council, since November 13, 2004, a marble altar has been placed under the dome, designed by the Salesian architect Don V. Gorgone, and advanced into the nave, separating the celebratory area from the place of the word, in pink marble. The wooden Gothic-style choir stalls terminate with the existing choir stalls. The baptistery chapel with the font at the center is located near the main entrance.
(from Beweb – Ecclesiastical Assets on the web)